Le dolci vite

Le dolci vite

Tempus Captum – Il tempo catturato

Progetto di analisi ed esplorazione fotografica nel Parco archeologico del Colosseo.

Le dolci vite

Margherita Magli

I turisti sono una categoria di umanità molto strana ma anche molto precisa. Riconoscibili anche da lontano, spesso con atteggiamenti e modi di fare ricorrenti, simili ma unici.
“Le dolci vite” nasce da questo: un’osservazione attenta dei bizzarri individui chiamati turisti. Chi ammira il Foro con grande luce e stupore negli occhi, chi invece si annoia e aspetta soltanto di andare a mangiare una carbonara. Chi spiega agli amici qualche aneddoto letto poco prima su Wikipedia, chi vaga solitario ascoltando l’audioguida. Chi accanto al Colosseo appare minuscolo, e chi invece lo fa totalmente sfigurare. Chi fotografa ogni dettaglio, e chi al contrario lascia vagare lo sguardo senza filtri.
Il tutto viene esposto come un vecchio libro di memorie di un viaggio magico. Ricco di frammenti, annotazioni e dettagli, rovinati e sbiaditi proprio come un ricordo, che non cessa  mai di raccontare e preservare il passato.
Ciascuno di questi soggetti è tanto interessante e magico quanto i luoghi in cui si trova e ognuna di queste anime ha una propria, piccola, personale dolce vita da raccontare. I turisti sono belli da osservare e da immortalare nella loro spontaneità. Sono belli da paparazzare. Non è un caso che il termine “paparazzo” derivi proprio dall’omonimo personaggio di Fellini. Dopotutto cosa fa un paparazzo se non rendere dolce anche la più insipida delle vite?

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