Bella e triste come Roma

Bella e triste come Roma

Tempus Captum – Il tempo catturato

Progetto di analisi ed esplorazione fotografica nel Parco archeologico del Colosseo.

Bella e triste come Roma

Mattia Calogero

La realizzazione di questo progetto nasce dall’idea di raccontare il Parco Archeologico del Colosseo attraverso un’ottica intima, malinconica e decisamente insolita. La condizione che meglio poteva rappresentare questa visione è stata per l’autore quella delle giornate di pioggia, in cui il soggetto si presenta sotto una veste meno invitante per un visitatore comune ma sicuramente più suggestiva per un occhio fotografico. Una scelta controcorrente forte e decisa quella che viene compiuta, che invita non solo ad osservare ma a fluire con tutti i sensi delle immagini. E’ con il suono della pioggia nella mente, con il suo odore e il suo non colore che vanno vissute. La tristezza suggerita dal titolo è una tristezza meditativa, contemplativa e volta a superare i confini del visibile.

Le gocce d’acqua che cadono sull’obiettivo, creano delle “sporcature”sulle immagini e allo stesso tempo danno ad alcuni scatti un effetto “rumoroso” che amplifica l’effetto malinconico, di ogni singolo scatto. Dalla meditativa solitudine che il passo fotografico porta con sè, emerge anche un desiderio di evasione grazie alla presenza di elementi di quinta scenica, a fuoco e non, che evocano qualcosa di irraggiungibile e lontano. Contribuiscono a questo desiderio la comparsa di animali come piccioni e gabbiani, catturati con tempi di esposizione diversi, a volte immobili, senza possibilità di fuggire, altre quasi in fuga dall’inquadratura. La scelta del bianco e nero diventa allora lo strumento ideale nella visione fotografica per evocare tali suggestioni, rifuggendo dalla distrazione del colore e permettendo all’osservatore di concentrarsi sulle emozioni.

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