Dal 13 al 16 novembre si è tenuta alla Sala del Museo del Mare di San Benedetto del Tronto la XXXII edizione del Premio Libero Bizzarri. Quest’anno il tema centrale dell’evento, organizzato dalla Fondazione Libero Bizzarri in collaborazione con la Regione Marche e la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MIC, è stato l’intelligenza creativa e le nuove forme di narrazione. Tra dibattiti, incontri e proiezioni la manifestazione si è snodata attraverso un filo conduttore estremamente attuale: il ruolo e l’influenza dell’intelligenza artificiale nel mondo del cinema.
Tra gli appuntamenti in programma ce n’è stato uno molto caro ad AANT. Venerdì 14 infatti, sono intervenuti il sociologo Derrick De Kerckhove, membro del Comitato Scientifico di AANT del suo HUB geniaLAB, e Gianna Angelini, direttrice scientifica e responsabile internazionalizzazione dell’Accademia di Roma. L’incontro, intitolato “L’intelligenza connettiva: l’impatto dei media sull’uomo e sulla società”, ha visto anche proiettata la puntata “Il villaggio elettronico di Mcluhan” che analizza il pensiero del famoso studioso attraverso applicazioni tecnologiche utilizzate nel campo dei mass media e delle telecomunicazioni.
La proiezione del documentario di Libero Bizzarri ha offerto lo spunto per un dialogo intenso e ricco di prospettive tra Gianna Angelini e Derrick De Kerckhove. La prof.ssa Angelini ha ricordato come McLuhan abbia ridefinito le categorie con cui interpretiamo la comunicazione moderna, aprendo la strada a una nuova sensibilità verso l’ambiente dei media. È però alla generazione successiva, quella di De Kerckhove, che è spettato il compito di confrontarsi con l’avvento della rivoluzione digitale, un territorio che McLuhan aveva solo ipotizzato e previsto.
Nel dialogo, Gianna Angelini ha definito De Kerckhove “erede metodologico e intellettuale” del teorico canadese: un ricercatore capace di ampliare intuizioni oggi più attuali che mai nell’epoca dell’intelligenza artificiale e della pervasività algoritmica. Riprendendo il celebre assunto “the medium is the message”, De Kerckhove ha sottolineato come non sia il contenuto a trasformare l’uomo, bensì il medium stesso, che rimodella percezione, legami sociali e strutture cognitive. Da qui si sviluppa la sua indagine sulla neurocultura, disciplina che studia le mutazioni cognitive generate dai nuovi ambienti mediali.
La proiezione del documentario di Bizzarri ha restituito infine la voce e il volto di un McLuhan sorprendentemente attuale, capace di anticipare con decenni di anticipo la direzione dei mutamenti tecnologici. Le immagini recuperate e riproposte al pubblico hanno confermato quanto il suo pensiero resti oggi imprescindibile per comprendere non soltanto i media, ma la forma stessa dell’esperienza contemporanea.
La rassegna è terminata domenica con la cerimonia di premiazione dei concorsi ITALIADOC e Opera Prima, quest’ultimo dedicato ad autori ed autrici sotto i 35 anni, il Premio Andrea Pazienza per l’uso inventivo delle immagini e della grafica, il Premio Libero Bizzarri per il miglior documentario e il Premio del Pubblico Under 35.