Giffoni Film Festival: premio per il corto “Marta vuole giocare” del prof.Matteo Quarta

La famiglia di AANT celebra un importante successo. Il cortometraggio “Marta vuole giocare” scritto e diretto dal regista e docente del corso triennale Videomaking, Story, Cinema e Media Design Matteo Quarta ha conquistato due prestigiosi riconoscimenti al Giffoni Film Festival: Il Lete Special Award e il premio per il Miglior Cortometraggio nella categoria 10+.

Il corto, prodotto da CMA Creative Management Association, Halibut Film e Movi Production, racconta la storia di Marta, una ragazzina che sogna di diventare una calciatrice. Nonostante il parere contrario del padre, Marta avrà dalla sua la madre, sempre pronta a sostenerla. La sceneggiatura nasce dai racconti di circa trenta donne, dalle cui esperienze emergono le difficoltà ancora presenti nell’affermazione dell’identità femminile in ambiti ritenuti tradizionalmente maschili.

Al progetto, girato a Monterotondo e dintorni, hanno collaborato anche alcuni studenti di AANT del secondo e del terzo anno di Videomaking grazie ad una Farm dedicata. Gli studenti coinvolti sono stati: Alice Feliciati,  Adriano Longoni, Luca Martino, Nicola Pasqui e Gaia Pugliese. Gli studenti sono stati parte attiva nella realizzazione del corto impegnandosi come assistenti alla regia, assistenti camera, assistenti fonici e assistenti interior design.

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Il Volto di Alessandro vince il Maremma Archeofilm 2025

La quarta edizione del Maremma Archeofilm Festival si è concluso con un grande risultato: il documentario Il Volto di Alessandro. Il restauro del Mosaico di Alessandro e Dario si è aggiudicato il premio come miglior film in concorso, deciso dal pubblico del festival. L’opera diretta da Vanni Gandolfo e prodotta da GA&A ha infatti conquistato gli spettatori di Grosseto, ottenendo il Premio “Maremma Archeofilm” 2025, prestigioso riconoscimento attribuito ogni anno dalla giuria popolare della rassegna. Grande soddisfazione e orgoglio in AANT per questo successo, che valorizza il contributo dei nostri studenti nel progetto.

Il festival, tenutosi a Grosseto dal 17 al 20 luglio 2025, è una rassegna internazionale di cinema archeologico, artistico e ambientale giunta alla quarta edizione. Organizzato da Firenze Archeofilm (rassegna itinerante di Archeologia Viva – Giunti Editore) insieme all’Associazione M.Arte e agli enti locali, l’evento ha presentato tre serate di proiezioni gratuite con ospiti ed esperti, coinvolgendo il pubblico nella scelta del film vincitore. Anche quest’anno, infatti, il Premio Maremma Archeofilm è stato attribuito al film più votato dagli spettatori in sala, confermando la formula partecipativa che caratterizza il festival.

Il documentario premiato, Il Volto di Alessandro. Il restauro del Mosaico di Alessandro e Dario, scritto e diretto da Vanni Gandolfo, è prodotto da GA&A Productions in associazione con DOCLAB e in collaborazione con RAI Cultura. L’opera offre uno sguardo esclusivo sul complesso restauro del celebre Mosaico di Alessandro – uno dei più grandi tesori dell’arte antica custodito al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) – raffigurante la vittoria di Alessandro Magno su Dario III di Persia. Questo leggendario mosaico, il più grande mai ritrovato a Pompei, costituisce una fonte preziosa (per quanto atipica) per immaginare le reali sembianze del grande condottiero macedone. Il documentario ne ripercorre le sfide di restauro e, parallelamente, guida lo spettatore alla ricerca del volto “umano” di Alessandro attraverso l’impiego dell’intelligenza artificiale. 

Il progetto si distingue anche per la collaborazione con l’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie di Roma. In particolare, la FARM “Frammenti” di AANT – un laboratorio sperimentale composto da sette studenti selezionati e guidati dal prof. Davide Cardea – ha fornito un contributo determinante alla ricerca presentata nel documentario. Gli studenti AANT hanno applicato metodologie innovative per analizzare e reinterpretare le fonti storiche e iconografiche sul volto di Alessandro Magno, dimostrando come il design e l’intelligenza artificiale possano supportare in modo concreto lo studio e la valorizzazione del patrimonio culturale. Questo team multidisciplinare ha ricostruito il “vero” volto di Alessandro unendo il rigore scientifico alle più avanzate tecnologie di AI generativa, confrontando i dati storici (dalle descrizioni degli antichi alle sculture attribuite a Lisippo) con modelli digitali tridimensionali.

I giovani talenti di AANT hanno avuto l’opportunità di misurarsi con una sfida ambiziosa – ricostruire le fattezze di Alessandro Magno oltre il mito – portando nel film competenze e creatività sviluppate durante il loro percorso di studi. La Farm Frammenti ha così rappresentato un ponte tra il mondo accademico e quello della produzione documentaristica, contribuendo in modo significativo all’innovazione del progetto.

La vittoria di Il Volto di Alessandro al Maremma Archeofilm Festival 2025 rappresenta un motivo di grande orgoglio per l’Accademia e uno straordinario riconoscimento per gli studenti coinvolti.

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AANT trionfa al Festival dell’Architettura 2025 con il progetto “Nodo Aperto”

AANT celebra un importante successo: “Nodo Aperto”, il progetto ideato e sviluppato da un team multidisciplinare dell’accademia, ha vinto il primo premio al Festival dell’Architettura di Roma 2025 (FAR 2025). L’installazione proposta da AANT si è aggiudicata il vertice della call indetta dall’Ordine degli Architetti di Roma nell’ambito del festival, emergendo vincitrice su oltre 50 progetti concorrenti provenienti da tutta Italia e dall’estero. La giuria ha scelto “Nodo Aperto” per l’area di Piazza Riccardo Balsamo Crivelli, nel quartiere romano di Casal Bruciato (IV Municipio), riconoscendone l’eccellenza creativa e la forte valenza sociale.

Il Festival dell’Architettura di Roma (FAR), giunto alla settima edizione, è una piattaforma culturale dedicata alla trasformazione urbana e all’innovazione architettonica. FAR 2025 si è concluso il 25 giugno con la premiazione della “Call for Projects 2025”, un concorso che invitava architetti, professionisti e studenti a ideare installazioni temporanee per due piazze della Capitale. La call, lanciata dall’Ordine degli Architetti di Roma, ha riscosso grande partecipazione: 51 proposte presentate da studi di progettazione e team interdisciplinari di tutta Italia (e non solo) sono state valutate da una giuria di esperti. In palio vi era la realizzazione di due interventi in piazza Riccardo Balsamo Crivelli (IV Municipio) e piazza dei Mirti (V Municipio), con l’obiettivo di attivare questi spazi pubblici attraverso architetture temporanee capaci di coinvolgere la cittadinanza.

La filosofia del bando metteva al centro la relazione tra vuoti urbani e comunità locali: “Il filo rosso? interpretare il vuoto non come spazio da riempire, ma come luogo per tessere relazioni”. Proprio su questo concetto si basa “Nodo Aperto”, che ha convinto la giuria aggiudicandosi il primo posto per il IV Municipio. L’altra piazza in concorso, piazza dei Mirti a Centocelle, ha visto vincitore il progetto “Mamma Roma”.

Nodo Aperto è un’installazione temporanea progettata per piazza Riccardo Balsamo Crivelli, nel cuore del quartiere Casal Bruciato, pensata per dare nuova vita a uno spazio pubblico oggi percepito come vuoto. Il progetto nasce dall’ascolto attivo del vuoto urbano: l’idea non è quella di riempirlo con oggetti, bensì di “riattivarlo” come ecosistema relazionale in continuo movimento. Invece di aggiungere semplici arredi urbani, “Nodo Aperto” propone una leggera struttura modulare in tubi d’acciaio verniciati di rosso, concepita per dare significato al vuoto della piazza e proporre nuove modalità di fruizione dello spazio pubblico.

L’installazione si sviluppa come una sorta di griglia tridimensionale aperta, suddivisa in aree dedicate a diverse attività quotidiane: convivialità, gioco, relax e sport. Elementi sospesi, soglie “morbide” e supporti leggeri invitano residenti e passanti a interagire con lo spazio in modo spontaneo. Nodo Aperto invita a vivere la piazza dall’interno, riconoscendola finalmente come un luogo collettivo dove le differenze si incontrano e danno vita a nuove connessioni sociali. Di sera, l’installazione potrà animarsi con luci e attività, trasformando la piazza in una scena viva e partecipata invece che in un vuoto anonimo.

Il colore rosso acceso della struttura diventa un potente simbolo urbano: un fil rouge visivo che collega luoghi e persone, segnalando la presenza di nuove opportunità di incontro. Il progetto è infatti il frutto di un processo partecipativo: il team AANT ha svolto interviste, questionari e sopralluoghi sul campo per comprendere i bisogni della comunità locale, trasformando così l’architettura in uno strumento di ascolto e risposta alle esigenze del quartiere. Il risultato è un intervento che non abbellisce semplicemente la piazza, ma le restituisce voce e funzione, offrendo a cittadini di tutte le età uno spazio dinamico dove giocare, riposare, dialogare e riconoscersi. La giuria ne ha elogiato l’originalità e la flessibilità: «Il progetto si inserisce nell’area articolando un dialogo con lo spazio esistente, permettendo un uso inedito della piazza… La struttura accoglie diverse attività d’uso e può essere implementata sia dimensionalmente che funzionalmente», recitano le motivazioni, che sottolineano anche la composizione eterogenea del team come valore aggiunto.

«È vero, “Nodo Aperto” è un ossimoro, ma proprio per questo ci piace: significa sciogliere un nodo urbano attraverso l’unico linguaggio che ci è possibile, quello del progetto condiviso e partecipativo», ha commentato il prof. Nicola Auciello, architetto e docente AANT che ha coordinato il lavoro. Con questa espressione efficace, Auciello evidenzia il cuore concettuale del progetto: un nodo (di problematiche urbane e sociali) che viene “aperto”, liberato, grazie alla forza unificante della progettazione collettiva.

Il trionfo di “Nodo Aperto” rappresenta un motivo di orgoglio per l’AANT, e testimonia l’eccellenza formativa dell’Accademia, dove docenti e studenti collaborano fianco a fianco su progetti concreti. Il team vincitore è interamente targato AANT: un gruppo multidisciplinare guidato dal prof. Nicola Auciello (architetto, docente del corso di Interior e Public Design) e composto da Paola Costanza Papakristo (sociologa) e Sara Varcasia (antropologa), affiancate da ben 18 studenti AANT dei corsi di design e tecnologie creative. I giovani progettisti coinvolti – Elisa Aloisi, Alessandro Arnold, Simone Carnevali, Giulia Di Giannantonio, Valerio Di Santo, Andrea Fabietti, Elena Fierro, Marco Sabino Onofri, Federica Pieralisi, Carlo Renato Popescu, Carlotta Pucci, Francesca Pia Reale, Virginia Ricotta, Luca Rieder, Elena Sambucci, Arianna Sordi, Seynabou Thiam e Cristiana Tranchini – hanno apportato al progetto entusiasmo, creatività e competenze diversificate, lavorando sotto la guida dei docenti in un vero laboratorio di co-progettazione.

Oltre al riconoscimento istituzionale, l’esperienza di “Nodo Aperto” ha un enorme valore educativo e culturale. Gli studenti AANT coinvolti hanno potuto mettere in pratica le competenze apprese confrontandosi con un caso reale, sviluppando sensibilità verso il contesto urbano e le persone che lo vivono. Allo stesso tempo, il progetto offre al quartiere di Casal Bruciato un nuovo spazio pubblico inclusivo e creativo, dimostrando come l’architettura possa farsi strumento di dialogo e coesione.

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